Domenica 22 marzo 2020 il Governo ha ulteriormente rafforzato le misure limitative degli spostamenti personali al fine di contenere il più possibile la diffusione del Coronavirus.
Dapprima, nella mattina del 22 marzo, il Ministero della Salute congiuntamente al Ministero degli Interni ha emanato una nuova ordinanza in tema di restrizione degli spostamenti, prevedendo il “divieto a tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi con mezzi di trasporto pubblici o privati in comune diverso da quello in cui si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute“.
Sulla stessa linea è stato poi emesso il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 22 marzo 2020, con cui
– è fatto divieto “a tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi con mezzi di trasporto pubblici o privati dal comune in cui attualmente si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute“;
– sono state soppresse le parole “È consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza» dal D.P.C.M. 11 marzo 2020;
– sono state confermate le altre disposizioni contenute nel D.P.C.M. 11 marzo 2020 e nell’ordinanza del Ministero della Salute del 20 marzo 2020 (quella che dispone, tra l’altro, la chiusura dei parchi ed il divieto di spostamento verso le seconde case) da applicarsi “cumulativamente” rispetto a quelle del D.P.C.M. 22 marzo 2020: rimarranno in vigore fino al 3 aprile 2020.
I precedenti provvedimenti sulla limitazione della mobilità (D.P.C.M. 11 marzo 2020) prevedevano tra i motivi a giustificazione degli spostamenti le “situazioni di necessità” ed il “rientro presso il proprio domicilio“: in forza di queste clausole, secondo l’orientamento interpretativo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, gli spostamenti dei genitori separati per fare visita ai figli previsti da provvedimenti dell’autorità giudiziaria erano ritenuti legittimi. In questo senso si era pronunciato anche il Tribunale di Milano in data 11 marzo 2020. Ne abbiamo parlato in un recente articolo.
L’ultimo intervento normativo modifica il precedente assetto, in particolare per quanto riguarda i trasferimenti tra comuni diversi, mentre per il trasferimento all’interno del medesimo comune restano valide le precedenti prescrizioni che consentono gli spostamenti anche per situazioni di necessità.
Un’importante premessa
Le limitazioni degli spostamenti non vanno a modificare la regolamentazione dei tempi di permanenza dei figli presso i genitori: le regole fissate nei provvedimenti che disciplinano la separazione, il divorzio o l’esercizio della responsabilità genitoriale sui figli nati fuori dal matrimonio rimangono a tutti gli effetti valide ed efficaci.
In altre parole: l’emergenza Covid-19 non può essere utilizzata da un genitore per ostacolare i rapporti tra i figli e l’altro genitore.
Il genitore che impedisce la frequentazione adducendo come motivazione soltanto le limitazioni agli spostamenti viola un provvedimento del giudice, e così facendo commette un reato penale. Se ritiene che le regole stabilite nel provvedimento non siano più attuabili a causa della normativa sulle limitazioni degli spostamenti personali, è opportuno che si rivolga al giudice, con una richiesta urgente di modifica dei provvedimenti vigenti.
Diverso è il caso in cui ci siano delle ragioni particolari, ad esempio quando un genitore svolge un lavoro ad elevato rischio sanitario, ad esempio in ambito sanitario, o quando convive con soggetti vulnerabili, quali genitori anziani, invalidi ecc. In queste ipotesi, l’opposizione agli incontri può ritenersi giustificata dall’esigenza oggettiva di proteggere in primis la salute del figlio. Starebbe in primis al genitore più esposto al rischio valutare l’opportunità di sospendere gli incontri ed adottare in via provvisoria modalità alternative agli incontri, gestendo i contatti a distanza mediante videochiamate o altre modalità telematiche.
Mai come in questo eccezionale momento, è necessario che ciascuno dei genitori compia azioni responsabili e di buon senso, accantonando le recriminazioni ed il desiderio di rivalsa nei confronti dell’ex.
Gli spostamenti per fare visita ai figli sono leciti?
La normativa è poco chiara e, in attesa di un auspicabile intervento chiarificatore da parte delle Autorità preposte, si possono individuare due situazioni distinte:
1 – se i genitori vivono nello stesso comune, i trasferimenti sono pienamente leciti (si applica infatti il D.P.C.M. 8 marzo 2020 che consente i trasferimenti dettati “da necessità“);
2 – se i genitori vivono i comuni diversi, manca in questo momento una interpretazione ufficiale. Dalla lettura dell’ultimo D.P.C.M. del 22 marzo 2020 risulta che gli spostamenti da comune a comune siano consentiti solo per ragioni lavorative, motivi di salute e “situazioni di assoluta urgenza“: non è chiaro se nelle situazioni di assoluta urgenza possa rientrare anche il diritto del figlio alla bigenitorialità.
Una interpretazione restrittiva rischia di creare situazioni differenziate, a mio parere non accettabili: la distanza tra le abitazioni dei genitori non può, infatti, essere un parametro per valutare la legittimità o meno degli spostamenti delle persone separate per andare dai figli.
Non va dimenticato che le misure limitative degli spostamenti da comune a comune di cui al D.P.C.M. 22 marzo 2020 sono state introdotte essenzialmente per evitare gli spostamenti di massa dal Nord al Sud Italia potenzialmente conseguenti alla chiusura delle attività produttive. Lo scopo non è dunque quello di vietare gli spostamenti sorretti da valide motivazioni. In questa ottica, si può ritenere che lo spostamento dettato dell’esigenza di attuare il provvedimento del giudice relativo alla frequentazione coi figli sia lecito.
Il ruolo dell’avvocato e l’importanza di trovare soluzioni emergenziali condivise
A mio parere, occorre contemperare i diversi interessi in gioco: da un lato il diritto alla salute del singolo e della collettività, dall’altro il diritto del figlio a crescere serenamente, mantenendo un rapporto equilibrato e continuativo con entrambi i genitori. Non ci possono essere soluzioni valide in assoluto, ma ogni situazione va valutata caso per caso, con la massima attenzione, considerato che entrambi i diritti in ballo attengono sfere personalissime e delicate, quali la salute e le relazioni familiari, di rilievo costituzionale.
In questa situazione complessa ed in continua evoluzione è quanto mai importante ricercare soluzioni condivise mediante i rispettivi avvocati, al fine di trovare con l’altro genitore, quando necessario, una regolamentazione provvisoria che consenta a tutti di gestire questo particolare momento senza ansie eccessive, ma con la giusta razionalità, in modo che, quand’anche gli incontri siano sconsigliabili, venga comunque garantita al figlio una continuità degli affetti.