Assegno di mantenimento nella separazione e tenore di vita

L’assegno di mantenimento è uno degli aspetti più delicati e dibattuti nelle cause di separazione personale tra coniugi. Questo istituto giuridico, regolato dal codice civile, mira a garantire un equilibrio economico tra i coniugi separati, salvaguardando chi si trova in una posizione finanziaria più debole a seguito della fine del rapporto matrimoniale.

In questo articolo, analizziamo i criteri di determinazione, le modalità di pagamento, le differenze rispetto all’assegno divorzile, la durata e i casi in cui il diritto all’assegno può essere revocato.

Cos’è l’assegno di mantenimento e a chi spetta

L’assegno di mantenimento è un importo periodico che il coniuge economicamente più forte è tenuto a versare all’altro in caso di separazione personale. La sua finalità è garantire al coniuge beneficiario un tenore di vita tendenzialmente analogo a quello goduto durante il matrimonio.
Per ottenere l’assegno, il coniuge richiedente deve dimostrare di avere una condizione economica inferiore a quella dell’altro e di non essere in grado, da solo, di mantenere il medesimo standard di vita goduto durante il matrimonio.

Come si determina l’importo dell’assegno

L’importo dell’assegno di mantenimento viene stabilito dal giudice, che valuta una serie di elementi, tra cui

  • la disparità economica tra i coniugi, analizzando redditi, patrimoni, e il contributo fornito alla vita familiare;
  • la durata del matrimonio: un’unione lunga tende a giustificare assegni più consistenti rispetto a matrimoni di breve durata;
  • il tenore di vita coniugale: tendenzialmente l’assegno è finalizzato a far sì che il coniuge economicamente più debole possa mantenere un tenore di vita analogo a quello avuto durante la convivenza coniugale;
  •  l’età e le condizioni di salute del richiedente: rilevano ai fini della valutazione della capacità lavorativa concreta del coniuge economicamente più debole.

Il giudice si avvale dell’esame della documentazione economica di ciascun coniuge, come dichiarazioni dei redditi, estratti conto dei conti correnti bancari e postali, valore delle proprietà immobiliari e dei beni di proprietà di ciascuno, bilanci delle società possedute dai coniugi, ecc. In determinati casi, può disporre accertamenti tributari o una consulenza tecnica contabile per stabilire un quadro completo della condizione economica delle parti.

Modalità di pagamento e durata

L’assegno di mantenimento viene corrisposto in forma di somma mensile da versarsi in modo continuativo mediante bonifico entro i primi giorni di ogni mese.

In generale il pagamento è dovuto fino a che perdura la separazione, a meno che non intervengano eventi che modificano l’assetto economico delle parti, quali a titolo esemplificativo

  • il miglioramento della situazione economica del beneficiario: se il coniuge che percepisce l’assegno trova un lavoro o riceve un’eredità consistente, il diritto a percepire l’assegno può venire meno oppure può ne venire ridotto l’importo;
  • il peggioramento della condizione economica del coniuge tenuto al pagamento dell’assegno,
  • la convivenza del beneficiario con un’altra persona: anche in questo caso è possibile che l’assegno venga ridotto o anche revocato.

La modifica o la revoca dell’assegno vanno concordati tra i coniugi in un atto ufficiale avente lo stesso valore giuridico dell’accordo di separazione. Può trattarsi di un accordo di negoziazione assistita oppure di un ricorso congiunto da sottoporre alla ratifica del tribunale. In caso di mancato accordo, il coniuge che ha interesse può chiede la riduzione o la revoca dell’assegno rivolgendosi al tribunale, mediante un procedimento contenzioso.

Quando interviene il divorzio, l’assegno di mantenimento può venire meno del tutto oppure può essere sostituito dall’assegno divorzile.

L’assegno di mantenimento è diverso dall’assegno divorzile

L’assegno di mantenimento e l’assegno di divorzio si fondano su presupposti diversi. Lo ha ribadito anche di recente la Corte di Cassazione, Sezione I, nell’ordinanza del 22 novembre 2024, n. 30119, la quale ha evidenziato come la separazione, pur interrompendo la comunione materiale e spirituale tra i coniugi, non estingua del tutto i diritti e doveri derivanti dal matrimonio.

Ed infatti, la separazione personale, a differenza dello scioglimento o della cessazione degli effetti civili del matrimonio, presuppone la permanenza del vincolo coniugale. Questo significa che anche se i coniugi sono separati resta attuale il dovere di assistenza materiale, vengono meno solo gli obblighi personali di fedeltà, convivenza e collaborazione.

La Cassazione ha precisato che sulla scorta di questi principi l’assegno di mantenimento va calcolato tenendo conto del tenore di vita coniugale.

Diversamente, al momento del divorzio (scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio) viene meno il dovere di assistenza materiale tipico della separazione, rimane soltanto un dovere di solidarietà post-coniugale che ha principalmente una funzione assistenziale.

In conclusione

L’assegno di mantenimento è uno strumento essenziale per tutelare il coniuge economicamente più debole durante la separazione personale, assicurandogli una continuità economica. Tuttavia, è importante ricordare che si tratta di una misura legata alla persistenza del vincolo coniugale e distinta per natura e finalità dall’assegno di divorzio.

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